Agordino - Valle del Cordevole

L’area considerata più idonea ai fini di questo studio è l’Agordino che, oltre a presentare caratteristiche adeguate, è stato fortemente colpito da eventi meteorologici e conseguenti effetti al suolo nel passato recente. Con il toponimo Agordino si intende il territorio della Provincia di Belluno esteso grossomodo nell’alto e medio bacino del torrente Cordevole, affluente di destra del fiume Piave.

      • STATO:  Italia
      • REGIONE: Veneto
      • PROVINCIA: Belluno
      • COMUNI: 16
      • ABITANTI: 18.593 (al 31.12.2020)
      • SUPERFICIE: 538,47 Km2
      • DENSITÀ ABITATIVA: 34.5 ab./Km2
      • ALTITUDINE: 450 - 3.000 m.s.l.m

La valle parte da una quota minima pari a 450 metri s.l.m. sino a raggiungere i quasi 3000 metri s.l.m. in prossimità delle principali cime dolomitiche. Tale escursione di quota attribuisce ai versanti una notevole energia del rilievo che aumenta la suscettibilità ai dissesti in occasione di eventi meteorologici estremi. La geologia dell’area è estremamente variegata e presenta tutti i litotipi afferenti alla serie geologica delle Dolomiti. Sono presenti, infatti, sia rocce a deformazione fragile, come calcari e dolomie che rispondono alle sollecitazioni dovute ai fenomeni meteorologici con frane per crollo e colate detritiche, ma anche rocce a deformazione plastica, caratterizzate da un’alternanza di argille e arenarie che, come forme di erosione, prediligono invece i movimenti rototraslativi.
L’effetto del vento intenso nella valle ha portato diverse volte negli ultimi 20 anni a situazioni di instabilità di porzioni di foresta, con fenomeni di sradicamento e rottura e conseguente interruzione di alcune vie di comunicazione; l’evento ventoso più gravoso, data la sua natura eccezionale, è stato VAIA, a causa del quale la valle ha dovuto pagare un pesante tributo di aree boschive abbattute.
La presenza di vento forte ha portato in due occasioni negli ultimi anni a gravi effetti secondari, con il divampare di incendi a seguito di schianto di alberi sui fili dell’alta tensione: l’incendio di La Muda nel 2011 e di Taibon del 2018, antecedente di pochi giorni a VAIA.
La valle del Cordevole registra inoltre ogni anno precipitazioni cumulate di neve di diversi metri che, unitamente alle forti pendenze, sono elementi predisponenti ai fenomeni valanghivi. Un effetto secondario di VAIA, dell’estesa porzione di alberi schiantati nella valle in seguito all’evento e la conseguente perdita della foresta di protezione, è stato l’originarsi di numerosi nuovi siti potenzialmente valanghivi, molti dei quali sovrastanti abitazioni e infrastrutture.

Da un punto di vista amministrativo si contano nell’area di studio 16 diversi comuni consorziati nell’Unione Montana Agordina, per un totale di 18.593 abitanti (al 31 dicembre 2020). Ciascuna municipalità ha registrato importanti danni in occasione della tempesta VAIA e sono oggi interessati da procedure speciali di protezione civile per i rischi associati alla mancanza della foresta di protezione.
È obiettivo del progetto TRANS-ALP sviluppare in questa zona una procedura semiautomatica capace, a seguito di particolari eventi meteorologici, di identificare le nuove aree suscettibili al dissesto valanghivo, estrarre tutti gli elementi a rischio e, tramite analisi di mappe telerilevate e modellistica dinamica, identificare i quantitativi di neve al suolo necessari ad innescare valanghe di dimensioni tali da poter interessare i diversi elementi vulnerabili. È altresì obiettivo di questo progetto sviluppare nell’area una nuova scala di intensità dei venti, tarata sulle fragilità specifiche del territorio e sulle esigenze degli utilizzatori finali, capace di allertare in fase di previsione le pubbliche amministrazioni, le società di gestione dei servizi e più in generale tutti coloro i quali possono svolgere un ruolo attivo in procedure locali di protezione civile al fine di mitigare il rischio.